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Operazione Mandamento, i 23 locali di ndrangheta sgominati nel blitz

Maxi operazione della DDA di Reggio Calabria: 291 indagati per 140 capi d'imputazione. Censiti gli organigrammi di 23 Locali di ndrangheta

E' scattata alle prime luci dell'alba la maxi retata della DDA di Reggio Calabria contro le cosche della ndrangheta attive sul versante ionico della provincia reggina. Oltre mille militari dell'Arma dei carabinieri hanno eseguito 161 arresti contro presunti affiliati alle potenti ndrine consorziate nel Mandamento Jonico.

I provvedimenti scaturiscono da un’indagine diretta dalla Procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria che ha consentito di iscrivere nel registro degli indagati ben 291 soggetti, ai quali sono complessivamente addebitati 140 capi d’imputazione. L’indagine, sviluppata dai Carabinieri del ROS e del Gruppo CC di Locri, ha interessato la quasi totalità delle organizzazioni criminali comprese nel mandamento Jonico, composto dalle "Locali" più strutturate e maggiormente legate alle tradizionali regole di ndrangheta, tanto da essere considerate il “cuore” dell’organizzazione.

Una mole di intercettazioni telefoniche ed ambientali enorme, che ha consentito di risalire agli organigrammi delle Locali coivolte. Sono state infatti individuate le gerarchie e gli organigrammi di ogni “Locale” a partire dalla cosca Ficara-Latella, egemone nella zona Sud di Reggio Calabria, per proseguire lungo l’intera fascia Jonica (da cui il nome dell' "OPERAZIONE MANDAMENTO") sia dei comuni rivieraschi che quelli montani, con un monitoraggio investigativo capillare e completo come mai avvenuto in precedenza.

L’indagine ha consentito di definire ulteriormente il complesso sistema di regole e rituali della ndrangheta, aggiornando le acquisizioni sul tema provenienti dall’indagine "Crimine", individuando nuove cariche (Capo Corona, Maestro Corona e Capo Consigliere di Corona), doti (Cavaliere di Cristo, Crociata, Stella) e strutture sovraordinate (Corona, costituita dall'aggregazione di 5 ndrine "minori") di cui l’organizzazione si era da ultimo dotata per migliorare la sua efficienza operativa, in linea con quanto emerso nelle operazioni “Crimine” e “Saggezza” e nella recente indagine “Mamma Santissima” del ROS.

I PELLE GAMBAZZA

L'operazione Mandamento ha confermato la posizione di supremazia della cosca Pelle-Gambazza non solo con riferimento al “mandamento ionico”, ma a tutta l’organizzazione a livello “provinciale”; ciò sia in relazione a problematiche associative (Pelle Giuseppe viene consultato ed assume le decisioni finali in relazione a molteplici questioni riguardanti la concessione di doti e cariche in tutta la “Provincia”, ovvero riguardanti dissidi interni anche a singole locali), sia in relazione a singole attività estorsive o comunque di infiltrazione nei pubblici appalti (quale diretto interessato e/o garante degli equilibri spartitori di tipo ndranghetistico tra le varie famiglie); sul punto, di particolare rilievo sono le intercettazioni che dimostrano la sistematica pressione estorsiva, costituita dal 10% del valore delle opere, nonché l’infiltrazione negli appalti pubblici tra cui quello relativo ai lavori della linea ferroviaria Sibari – Melito Porto Salvo nella tratta Condofuri – Monasterace del valore complessivo di 500.000,00 €;

LOCALE DI LOCRI

E' stata accertata l’operatività delle cosche CATALDO e CORDÌ, protagoniste di una storica faida iniziata sul finire degli anni ‘60 che ha insanguinato, in varie fasi, il centro locrese. L’attività ha disvelato come a seguito della formale chiusura del “Locale”, decretata alla fine degli anni ’90 dagli organismi di vertice della ‘Ndrangheta proprio a causa dell’ennesima recrudescenza della faida, le due cosche rivali abbiano raggiunto una formale pacificazione al fine di “riattivare” il “Locale” e rientrare nel consesso ‘ndranghetista da cui erano state escluse. In tale contesto sono stati individuati i dettagliati organigrammi delle due cosche e di quelle satellite

LOCALE DI AFRICO

Sono state documentate le dialettiche associative e di influenza nei rapporti di alcuni Locali (Condofuri, Ferruzzano, Bova e Bianco) risultati condizionati sia per vicinanza territoriale che per rapporti familistici. In particolare sono emersi: il vero posto dal capo (MORABITO Rocco nato ad Africo il 13.08.1947, fratello del noto Giuseppe inteso “u tiraddrittu) del Locale di Africo alla riattivazione del Locale di Motticella.

LOCALI DI PLATI' E NATILE DI CARERI

E' emersa la sintonia criminale tra i due Locali confinanti, nei quali spiccano le cosche BARBARO e IETTO–CUA, protagoniste della totale infiltrazione mafiosa nel campo dei lavori pubblici di zona.

LOCALE DI ARDORE

L’attivazione di una sovrastruttura intermedia, denominata “Corona” con relative cariche, con lo scopo di accrescere il prestigio dei 5 locali (Ardore, Antonimina, Ciminà, Cirella di Platì e Canolo) che la compongono all’interno dell’organizzazione. Nello stesso ambito sono anche stati documentati gli attriti, tra gli affiliati della Locale di Ardore (RC) e una parte della comunità Rom insediata in quel Comune, dovuti alle attività criminali predatorie poste in essere da questi ultimi in contrapposizione alla cosca di Ardore. L'indagine ha riguardato, per una parte, anche le dinamiche interne al Locale del capoluogo reggino, documentando il ruolo di vertice di PANGALLO francesco della cosca Latella–Ficara attiva nella zona sud della città.

L’indagine ha reso possibile ricondurre ad un quadro omogeneo vicende ed articolazioni solo apparentemente isolate, contestualizzandole all’interno di uno scenario nel quale la ‘Ndrangheta si afferma, ulteriormente, quale struttura unitaria, segreta, articolata su più livelli e provvista di organismi di vertice. L’operazione conferma, ancora una volta, come le cosche della provincia di Reggio Calabria, in particolare quelle della Jonica, rimangano il centro propulsore delle iniziative dell’intera ‘Ndrangheta, cuore e testa dell’organizzazione, nonché principale punto di riferimento di tutte le articolazioni extraregionali, nazionali ed estere.

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