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Isola di C.Rizzuto: in 4.000 in piazza per dire NO alla ndrangheta

Una folla di quattromila persone ha urlato il suo forte dissenso alla ‘ndrangheta, in un corteo infinito che ha ascoltato l’appello unanime di Sindaco, associazioni, partiti politici, mondo religioso e scuole. Ma forse non c’era bisogno dell’appello: dopo gli ultimi attentati all’azienda SOIGEA Isola, la comunità aveva voglia di dimostrare che quel modo di fare e agire non appartiene a questo popolo, ma solo a una sparuta minoranza che non ama questo territorio e non ha a cuore il futuro dei propri figli.

Centinaia di striscioni, non solo di associazioni e cittadini di Isola, ma anche di altri comuni del crotonese, con Cutro in prima linea, la cittadina da cui è partito il primo grido di protesta della provincia, che in questa battaglia non ha voluto far mancare il suo supporto. Presenti anche numerose istituzioni, a partire dai consiglieri regionali Raffaele Mammoliti ed Ernesto Alecci, il Presidente della Provincia Sergio Ferrari e alcuni consiglieri dello stesso ente intermedio; l’Amministrazione Comunale di Isola al completo, un centinaio di simboli tra associazioni e partiti politici e molti Sindaci della provincia: Crotone, Cutro, Cirò, Cirò Marina, Melissa, Rocca di Neto, Roccabernarda, Belvedere Spinello, Cerenzia, Umbriatico, San Mauro Marchesato, Scandale, Casabona, Cotronei, Verzino e speriamo di non dimenticare qualcuno, nel caso chiediamo scusa in anticipo. Presenti anche i vari corpi delle forze dell’ordine, almeno tutti quelli presenti nella nostra provincia.

Il corteo, partito da Piazza del Popolo, ha camminato lungo le vie del paese, dove tutti i negozianti hanno abbassato le serrande per rafforzare il loro NO, per poi far ritorno in Piazza per un breve dibattito: “Questa giornata – ha esordito il Sindaco Maria Grazia Vittimberga - sarà lo spartiacque tra quello che è successo fino a questo momento e quello che succederà in futuro. Questa forte presenza è testimonianza di coraggio e in un territorio come il nostro ce ne vuole tanto, persino ad aprire un’attività commerciale o provare a fare impresa”. “Ci vuole coraggio – ha detto ancora il Sindaco – anche a mettere su famiglia ed essere custodi dei sogni dei nostri giovani”. “Isola Capo Rizzuto ha un passato duramente ferito dalla mano della ‘ndrangheta, una lunga scia di sangue che ha attraversato la nostra storia e che non vogliamo certamente rivivere ne noi, ne, soprattutto, i nostri figli. Isola è cambiata e questa giornata lo dimostra”.

Il Sindaco ha ribadito la vicinanza all’azienda Soigea e ha poi ricordato che: “Oggi (30 aprile) ricorre l’anniversario della morte di Pio La Torre, un politico, un sindacalista che è stato barbaramente ucciso. E’ grazie a lui se oggi esiste la legge sulla confisca dei beni come strumento fondamentale per indebolire il potere della mafia”. “Non è un caso – ribadisce – che abbiamo deciso di pubblicare proprio oggi il bando per l’assegnazione di 15 beni confiscati alle associazioni del territorio e aggiungo che subito dopo l’estate un altro bene confiscato verrà abbattuto”. Il Sindaco ha poi letto i saluti del sottosegretario Wanda Ferro e una forte lettera inviata dal testimone di giustizia Pino Masciari, imprenditore calabrese che ha avuto il coraggio di denunciare e che invita tutti a farlo per essere liberi.

Sul palco poi Don Francesco Gentile e un rappresentante della chiesa evangelica, a dimostrazione che in queste giornate anche il mondo religioso è unito. Parola poi ad Antonio Tata, referente di Libera, che a sua volta ha letto un altro messaggio importante pervenuto da Rocco Mangiardi, altro imprenditore e testimone di giustizia calabrese che allo stesso modo di Masciari ha ribadito l’importanza di liberarsi di questa gente e che, per farlo, è necessario denunciare. Infine parole forti contro la ‘ndrangheta anche da parte del Presidente della Provincia Sergio Ferrari, che con tutti i sindaci alle sue spalle ha invitato i cittadini non solo di Isola, ma tutta la Calabria, a denunciare, concludendo poi l’intervento con lo slogan della giornata: “Ci sono loro, ma ci siamo anche noi”.

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