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Ndrangheta: luce sulla faida delle Preserre, 14 arresti nel Vibonese

Stamane i carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Vibo Valentia hanno dato esecuzione a 14 ordinanze di custodia cautelare a carico di altrettante persone accusate, a vario titolo, di associazione di stampo mafioso, di una serie di omicidi e di altri reati aggravati dalle modalità e finalità mafiose tra cui estorsione, coltivazione di sostanze stupefacenti, concorrenza illecita, turbata libertà degli incanti e rapina.

L'operazione é coordinata dalla Dda di Catanzaro. Gli indagati sono, complessivamente, 26. Le ordinanze di custodia cautelare sono state emesse dal Gip distrettuale di Catanzaro, Arianna Roccia, su richiesta dei sostituti procuratori della Dda Annamaria Frustaci, Antonio De Bernardo e Andrea Buzzelli, con il coordinamento del Procuratore della Repubblica facente funzioni, Vincenzo Capomolla.

Per 13 delle 14 persone arrestate è stata disposta la custodia cautelare in carcere, mentre una è finita ai domiciliari.

L'operazione è stata condotta col supporto dei carabinieri dei Comandi provinciali di Reggio Calabria, Pescara, Chieti e Torino. L'inchiesta che ha portato ai 14 arresti riguarda attività illecite concentrate soprattutto nel territorio delle Preserre vibonesi, ed in particolare nei comuni di Acquaro, Gerocarne, Soriano e Dasà. In corso anche una serie di perquisizioni e sequestri di beni mobili e immobili.

Sono accusati di un triplice omicidio commesso il 25 ottobre del 2003 a Gerocarne, alcune delle 14 persone arrestate stamani nell'ambito di un'operazione condotta dai carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Vibo Valentia con il coordinamento della Dda di Catanzaro.

Un triplice omicidio, conosciuto come la "Strage dell'Ariola", nel quale vennero uccisi a colpi di fucile calibro 12, i cugini Giovanni e Francesco Gallace, di 41 e 27 anni, titolari di un' impresa di movimento terra, ed un loro dipendente, Stefano Barillaro, di 24. Un'azione che rientrava nell'ambito di una lunga e sanguinosa faida tra famiglie rivali che si contendevano l'egemonia criminale sul territorio.

E proprio la famiglia a cui viene attribuita la responsabilità del triplice omicidio, quella dei Maiolo, del locale di Ariola, è stata colpita dall'operazione di oggi. Dall'indagine è emerso il protrarsi , nonostante precedenti provvedimenti giudiziari, dell'operatività, nell'area delle "Preserre" vibonesi, della cosca di 'ndrangheta Maiolo ricompresa nel "locale dell'Ariola", con proiezioni economico-criminali in Piemonte, Abruzzo, Svizzera e Germania.

Gli investigatori hanno ricostruito l'attuale assetto del sodalizio, che si è determinato dopo un cruento scontro con altro gruppo, nell'alternanza degli equilibri criminali, anche con riti di affiliazione avvenuti in carcere, dimostrando in tal modo "la perseverante capacità di penetrazione della 'ndrina all'interno degli istituti carcerari".

Gli indagati sono ritenuti responsabili, a vario titolo, anche di diversi casi di estorsione, coltivazione di sostanze stupefacenti, concorrenza illecita, turbata libertà degli incanti, rapine, reati in materia di armi, aggravati dalle modalità e finalità mafiose.

Contestualmente agli arresti, i circa 200 carabinieri che stanno partecipando all'operazione condotta, oltre che nel vibonese, nelle province di Reggio Calabria, Pescara, Chieti e Torino, stanno eseguendo numerose perquisizioni nei confronti di ulteriori soggetti per i quali è stato ipotizzato il coinvolgimento nelle vicende illecite, alcuni dei quali in Abruzzo e Piemonte e altri in Svizzera. (Ansa)

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