Il ministro dei trasporti : "allo studio soluzioni alternative all'aumento delle tasse, ma Ryanair riceve già sussidi dagli aeroporti"
Si complica la vicenda di Ryanair invece di distendersi. Dopo l'annuncio minaccioso da parte della compagnia aerea low-cost di cessare una parte delle proprie attività dagli aeroporti di Pescara, Alghero e Crotone sacrificando 600 posti di lavoro, il ministro Delrio prova a metterci una pezza.
Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, fa sapere che sta «studiando quali misure alternative si possano adottare, alla fine del primo semestre, per ridurre l’aumento delle tasse aeroportuali». Alle dichiarazioni Delrio aggiunge però una piccola nota che complica la vicenda.
«Ho incontrato i vertici di Ryanair e EasyJet, abbiamo discusso di questo - ha riferito Delrio -. Voglio comunque ricordare che i voli di queste compagnie low cost molto spesso godono di aiuti da parte degli aeroporti. Comunque il nostro impegno è di ridurre al minimo le tasse. Sia chiaro che, comunque, le minacce di ridurre voli e personale non sono accettabili e non aiutano certo alla soluzione del problema».
Il ministro ha preso l'impegno di provare a ridurre le tasse municipali (che dovrebbero salire dagli attuali 6,50 euro a persona a 9 euro), ma non garantisce sulla reale soluzione. In più Delrio ricorda come alcune compagnie low-cost (e non Alitalia) ricevano già sussidi da parte delle Regioni e di alcuni aeroporti per sostenere i voli dagli scali minori.
La vicenda insomma si complica, invece di distendersi, anche perchè appare evidente che per operare a prezzi concorrenziali dagli aeroporti a basso volume di traffico, Ryanair e le altre compagnie low-cost hanno bisogno, come il pane, di sussidi e agevolazioni.
Il problema resta politico e non commerciale. E su questo Delrio non è stato affatto rassicurante.
La vicenda si fa ancora più seria in virtù di quello che appare come un vero e proprio attacco di Alitalia alle compagnie low-cost. La compagnia aerea degli Emirati Arabi Uniti ha chiesto ed ottenuto dai Tar di Puglia e Sardegna l'accesso ai contratti commerciali sottoscritti tra le rispettive Regioni e la compagnia irlandese. Chiedendo (e ottenendo dal tar della Puglia) che tali accordi si facciano solo su base d'appalto pubblico.
IL MECCANISMO. Il finanziamento avviene tramite Ams, una società che gestisce la pubblicità sulla rivista di bordo e sul sito Ryanair. In pratica le Regioni comprano, a carissimo prezzo, spazi pubblicitari ed in cambio arrivano i voli della compagnia low-cost. Il meccanismo è perfettamente legale, anche perchè Ryanair è in grado di muovere masse enormi di turisti (catchment) e le Regioni a vocazione turistica hanno tutto il diritto di spingere soluzioni di questo tipo.
ALITALIA. Arriva però Alitalia, che vuole rompere il monopolio di Ryanair e lo fa con una mossa politica più che commerciale. La compagnia aerea degli Emirati Arabi Uniti ha infatti chiesto e ottenuto dal tar della Puglia che tali accordi commerciali si facciano solo sulla base di appalti pubblici. Potrebbe sembrare una cosa giusta, ma non lo è.
Alitalia infatti non ha l'organizzazione commerciale di Ryanair, non ha il potere di catchment (cioè la forza per muovere masse di turisti) degli irlandesi. Un eventuale appalto pubblico servirebbe solo a scalzare "politicamente" la compagnia irlandese senza portare reale vantaggio alle Regioni.
Se Alitalia ha davvero voglia di ottenere i sussidi delle Regioni, faccia anche lei un'offerta commerciale!
La guerra è politica prima ancora che commerciale, e questo il ministro Delrio lo sa bene, e dalle sue dichiarazioni, lascia ben capire da che parte stia il governo.
Al momento quindi la situazione resta critica e non promette nulla di buono, almeno fin tanto che dura l'idillio tra il governo di Renzi e gli sceicchi di Alitalia. A noi non resta che continuare a firmare le petizioni online per convincere davvero Delrio.