A distanza di 53 anni dall’ultima volta, l’Italia torna a laurearsi Campione d’Europa e lo fa nel migliore dei modi, battendo in finale l’Inghilterra davanti ai propri tifosi. Nel catino infernale del Tempio del Calcio, il Wembley Roar, il ruggito di Wembley, è restato strozzato in gola ai sudditi della Regina che non vincono una competizione internazionale da 55 anni e che per interrompere la maledizione dovranno attendere i Mondiali di Qatar 2022.
Gli Invincibili: sette vittorie su sette partite
Per l’Inghilterra tutto pareva essere apparecchiato. Dopo aver giocato sei delle sette partite di questo Europeo davanti al proprio pubblico, nonostante si trattasse di un torneo itinerante, e dopo la vittoria in semifinale contro la Danimarca giunta con un rigore dubbio realizzato da Kane nei tempi supplementari, tutti i tifosi inglesi credevano che la partita con l’Italia sarebbe stata una mera formalità. L’Italia di Roberto Mancini aveva invece delle idee diverse e nonostante lo svantaggio subito dopo due minuti non ha perso la calma, è riuscita a pareggiare la partita e, poi, a vincerla ai rigori. In questa edizione degli Europei gli azzurri hanno vinto tutte e sette le partite disputate, quattro nell’arco dei 90 minuti, una passando per i tempi supplementari e ben due passando dalla lotteria dei rigori. Ora, dopo le meritate vacanze, l’Italia si ritroverà a settembre per le qualificazioni Mondiali e per le Final Four di Nations League, dove gli azzurri secondo le scommesse sportive sull’Italia si presenteranno da favoriti forti del recente trionfo europeo.
I risultati utili consecutivi diventano 34
I numeri dell’Italia di Roberto Mancini sono sensazionali. Grazie alla vittoria contro gli inglesi, salgono a 34 i risultati utili consecutivi degli azzurri, che non perdono una partita da più di due anni. Le vittorie consecutive, invece, salgono a 14, con il precedente record di Pozzo e dello stesso Mancini che è stato letteralmente sgretolato. Eppure, se solo tre anni fa qualcuno avesse pronosticato la vittoria dell’Europeo e questa striscia di imbattibilità, con ogni probabilità sarebbe stato deriso o preso per pazzo. Era obiettivamente impossibile immaginare che, nel giro di così poco tempo e senza fuoriclasse in squadra eccetto Donnarumma, l’Italia potesse avere la meglio di squadre ben più blasonate e infarcite di talento come la Francia e la stessa Inghilterra. Nel calcio, però, e per fortuna, il collettivo conta ancora di più delle individualità e la Nazionale di Mancini ci ha ricordato una volta di più che a fare la differenza sono il gruppo e lo spirito di squadra. Dei 26 giocatori convocati, tutti, eccetto Meret, sono scesi almeno una volta in campo e questo dato testimonia meglio di mille parole quale sia stato il segreto di questa spedizione europea.
Ora l’importante è continuare nel processo di crescita che, è bene ricordarlo, parte dalla cura e dalla gestione dei settori giovanili che negli ultimi anni sono tornati a sfornare talenti come accadeva in passato. La strada intrapresa è quella giusta, ma bisognerà insistere e non pensare di essere già arrivati: non potremmo compiere errore peggiore.