Il pm vuole il rinvio a giudizio per omicidio volontario per Michele Cavallo
Sono trascorsi quasi sei anni da quella tragica notte, quasi sei anni da quel 31 agosto 2012, quando la giovane avvocatessa crotonese Mariella Tamborrino è precipitata dal quinto piano di un palazzo in via Santa Croce.
Il pm Luisiana Di Vittorio ha chiesto il rinvio a giudizio per omicidio volontario per Michele Cavallo, ex fidanzato della giovane professionista. Respinge la tesi del suicidio il pm, e ritiene Cavallo direttamente responsabile di quella morte. Esclude l'intento suicida e lo esclude perchè Mariella Tamborrino non ha manifestato nelle ore che hanno preceduto la sua morte nessun intento suicida, anzi tutt'altro.
La giovane avvocatessa per quella serata, conclusasi tragicamente, aveva altri programmi: avrebbe dovuto incontrare alcune amiche e per quell'appuntamento si era preparata con cura. Aveva progetti e programmi per il futuro: il trasferimento a Bologna. Programmi e progetti che non includevano Michele Cavallo. Voleva uscire da quella relazione, e i comportamenti di Cavallo nei giorni che hanno preceduto la morte di Mariella, lo testimoniano: pedinamenti, e addirittura un'incursione sulla statale 107 per bloccare la giovane avvocatessa.
Omicidio volontario, ma anche lesioni personali e sequestro di persona, Cavallo in base alla ricostruzione fatta dal pm Di Vittorio la sera del 31 agosto 2012 non ha consentito a Mariella Tamborrino di lasciare l'appartamento in via Santa Croce, e per farlo non ha esitato a colpirla in volto, particolare che troverebbe riscontro nell'esito dell'autopsia: la giovane donna aveva lesioni sul labbro, lesioni non riconducibili ai traumi della caduta, ma piuttosto compatibili, secondo il pm, con uno schiaffo dato a man rovescio. La tesi del pm è stata rafforzata dall'avvocato Roberta Tucci, che insieme a all'avvocato Francesco Laratta si occupa della difesa della famiglia Tamborrino e che ha definito il comportamento di Cavallo come quello di uno stalker.
